Ecco il nuovo libro di Marco Cassinotti, in due differenti edizioni:
Interessantissima la prefazione del Vescovo di Cremona:
La riporto integralmente qui di seguito:
“Misericordia: bisogno e desiderio dell’uomo”
Dopo un rapido sguardo alle considerazioni che
si succedono nelle pagine di questo libro,
devo dire che esse hanno suscitato in me due reazioni:
1. La prima riguarda la misericordia di Dio come risposta al bisogno dell’uomo. È
fuori dubbio che l’uo- mo abbia bisogno di misericordia. Da parte di Dio, in- nanzitutto, ma
anche
da parte degli altri uomini. Non
per niente Gesù ci ha insegnato a
pregare: “rimetti a noi
i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”. La misericordia che Dio usa nei nostri
confronti trova
la sua incarnazione nella nostra vita e nella storia dell’u- manità
attraverso il rapporto misericordioso che gli uo- mini sono disposti a scambiarsi reciprocamente. Ma
la domanda che
nasce
è se gli uomini sono
consapevoli di avere bisogno
della misericordia di
Dio e anche dei fratelli. Cosa che non è scontata dentro una cultura che spinge verso una concezione autopoietica dell’uomo e che favorisce,
di conseguenza, l’autogiustificazione di ogni comportamento. Eppure nessuno può sfuggire all’esperienza
del proprio limite e dei propri errori. E quando è impossibile non riconoscerli di
fronte all’evi- denza dei
tanti disastrosi fallimenti personali
e sociali, diventa pressoché spontaneo aprirsi al desiderio –
anzi al bisogno – di rifare la propria vita o di reimpostare le varie espressioni della convivenza civile. Incontrare, allora, la presenza di Dio che non si stanca
di mescolar- si alla storia dell’uomo per
incoraggiarlo, sostenerlo, guidarlo nella ricostruzione di se stesso o della società,
è fare esperienza della sua misericordia e riconoscerne
la forza e la bellezza, quanto basta
per desiderarla e invocarla. Perché la misericordia di Dio non
si limita a perdonare gli errori del nostro passato, ma si sporca le mani per aiutarci a costruire il nostro futuro. Mi torna alla mente quanto scrive il giovane profeta Geremia, al quale Dio vuole spiegare la logica del proprio agire.
Egli invita Geremia a
scendere nella bottega del vasaio e osservare: “se si guastava il vaso che stava modellando… egli provava di nuovo e ne
faceva
un altro come ai
suoi occhi pareva giusto.
allora mi fu rivolta la Parola del Signore:… come l’argilla
è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie
mani, casa di Israele” (Ger 18,4-6). Misericordia è
anche pazienza: Dio riprende da capo,
instancabilmente, il Suo disegno e il suo interessamento per
ogni
uomo
e per
l’umanità per condurre la storia
al suo fine, cioè al compimento
della salvezza, a ciò che è il bene
per il singolo e per tutti.
Naturalmente rispettando la libertà dell’uomo e chiedendo la
sua collaborazione. Con te- nace e caparbio amore.
Con misericordia.
2. La seconda reazione suscitata
in me dal libro di Marco Cassinotti riguarda la scelta – che mi sembra
ben appropriata – di percorrere la storia della misericordia
nel susseguirsi degli
anni giubilari, a partire dalla testi- monianza biblica dell’Antico
Testamento. Al termine del percorso si avverte
che esso non
è stato semplice- mente un passare
in rassegna il passato,
ma è una pro- vocazione
per il presente. Per me, oggi. La disponibilità di
Dio ad essere misericordioso mi riguarda; mi
tocca personalmente. Mi fa nascere
nel cuore la nostalgia
di rivivere
quella scena
che il profeta Osea descrive per ricordare a
Israele la tenerezza di Dio: “a Efraim io insegnavo a camminare
tenendolo per mano… io lo traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore; ero per loro come chi solleva un
bimbo
alla sua guancia,
mi chinavo su di lui per
dargli da mangiare” (Os 11,3-4).
Bellissima immagine che evoca il senso della miseri- cordia non solo nel gesto di Dio che
come un papà si
abbassa verso il figlio piccolo, ma anche nel gesto di sol- levarlo fino all’altezza della
propria guancia per guar- darlo
negli occhi
e per
lasciarsi
guardare negli occhi. La misericordia sta proprio qui: nel guardarsi recipro- camente negli
occhi
sperimentando la gioia
di amare e di essere
amati. Il che vale tanto per Dio quanto per l’uomo, per ogni uomo,
per sempre: perché “Eterna è la sua misericordia” (Sal 136).
+ Dante Lafranconi

Vescovo di Cremona